mercoledì 29 gennaio 2014

LA GIANNI E LA PARISIENNE

OH LA LA, bonne soiréè, mes amis!!

Eccomi di ritorno dalla mia cinque giorni parigina: io e i miei brufoli sulla fronte da abuso di burro salato e croissant abbiamo disfatto le valigie, smesso di dare un accento cretino a tutto quello che diciamo e siamo ripiombati nella routine milanese (prendi bici - molla bici - lavora o almeno provaci otto ore al giorno - torna a casa - pulisci la lettiera del gatto - uncinetta cappellini come se non ci fosse domani - buttati a letto - muori).

So che tutti (?) voi vi aspettate (??) le foto della Gianni sotto la Tour Eiffel, sul bateu mouche, con la baguette sotto il braccio, perché vi ho lasciato intendere che me ne andavo in vacanza e invece no. Ci sono andata per lavoro, che è sempre tanto più figo che lavorare a Milano, ovvio, ma non abbastanza da lasciarti il tempo di spararti i selfie davanti alla Gioconda, purtroppo.

Anche perché secondo voi se una Gianni a Parigi ha 45 minuti di break tra un corso e l'altro, uno speech e l'altro, un qualcosa e l'altro, dove sceglierà di andare?
A. Al museo d'Orsay per tentar di uscire dal limbo dell'ignoranza artistica in cui sguazza da sempre,
B. Alle Galeries Lafayette.

Oh ma dai, avete indovinato:



Il libro pop-up de Il Piccolo Principe mi fa scoppiare di orgoglio, in effetti, anche se per dirla tutta l'avrei potuto comprare uguale uguale all'High Tech due vie dietro casa, ma vuoi mettere comprarlo in una libreria parigina, con tutto che è in francese e non lo leggerò mai???

La crema di marroni di Angelina (mi raccomando, pronunciare Anjelinà, se no non vale) è già dipendenza pura, sarà contento il mio dentista.

Comunque, la cosa veramente istruttiva di questi cinque giorni di full immersion francese è stata osservare le differenze antropologiche che sussistono tra le donne italiane e le donne francesi. Ho scritto veramente "sussistono". Per la miseria, sta diventando serio questo blog!

Intanto faccio coming out, io sono l'italiana media che storce il naso tutto l'anno davanti alle cugine francesi che sono antipatiche snob e non hanno il bidet, ma poi appena la mandano a Parigi le viene la bava alla bocca e corre a casa a tirar fuori dalla naftalina il basco e la maglia a righe bianche e blu. Comunque.
Sono abbastanza scocciata del fatto che le parigine sembrano dolci e chic anche quando si arrabbiano o dicono la parolacce. Voglio dire, se io dico "cazzo" è cazzo, non è che suoni esattamente elegante; loro dicono "merde" et voilà! Che sarà mai! E' così chic, s'en va sans dire!
L'altra cosa che un po' mi urta è il rapporto che le francesi hanno con la pioggia. Tipo che noi italiane, dopo quattro ore di piastra la mattina, ci comincia a piovere in testa a metà strada e dio, si scatena il panico. Se vi capita di essere a Parigi e vedete una pazza che corre sotto la pioggia con una sciarpa avvolta a mo' di turbante sopra la testa, potete stare sicuri, è un'italiana. La francesi se ne fottono della piega. Loro passeggiano imperturbabili sotto il diluvio universale, che se anche ti si arricciano quel tanto e non quanto fa subito casual chic e sono ancora più fighe. Che poi, poveracce, le capisco anche, in quella dannata città piove un giorno si e uno pure, perciò o impari a fregartene, o ti viene il gomito del tennista a furia di aprire e chiudere l'ombrello. Rimane il fatto che se io prendo quattro gocce di pioggia divento il quinto dei Cugini di Campagna e loro invece sembrano Marissa Cooper nei giorni d'oro in cui litigava con la fiaschetta.
E poi, che passino pure i capelli, ma per il trucco, che scusa hanno? Noi italiane e la nostra fissa per gli smokey eyes. Queste si truccano zero e hanno delle facce che sembrano bambole di ceramica. Boh?! Sarà genetica? Sarà maledettissimo culo?? L'ingiustizia divina? Non è dato sapere.
E per finire, con le loro facce struccate e i loro capelli al vento, le francesi si aggirano senza piumino sugli Champs Elysees, strette nelle loro giacchine di tweed, del tutto incuranti del vento gelido che ti apre la faccia tipo Joker.
Sono magre, eppure non c'è un solo panino in tutta Parigi in cui non abbiano schiaffato dentro panetti di burro.
Ma soprattutto, quando è successo che le francesi si siano messe a studiare inglese? Ma non eravamo rimaste tutte nello stesso calderone, una faccia una razza, dell' ai spik inglish uit mai french friend?? No, queste hanno studiato ragazze. Perciò se vi mandano a Parigi per lavoro non fatemi fare figure per piacere. Io ve l'ho detto, quindi, sapevatelo. Knew it.

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