giovedì 29 maggio 2014

QUESTO PER DIRVI CHE STO BENE.

Nel caso qualcuno si fosse preoccupato.
E' incredibile, rompo più computer che unghie nella portiera della macchina. Ed è tutto un dire.

E' talmente tanto che manco dal blog che non so neanche più da che parte si comincia, perciò inizio aggiornandovi sulle maggiori novità dell'ultimo mese, in ordine d'importanza:

  • ho scoperto che il metodo migliore per arrivare in shape alla prova costume è farsi estirpare un paio di denti del giudizio: due settimane di brodaglie e non ho più la pancia. Vittoria!
  • ho ricominciato il corso di taglio e cucito, questa volta in versione advanced (già...) e sono partita per la tangente: datemi una macchina da cucire, presto, che sono pronta a conquistare il mondo. 
  • mi sono fatta un tatuaggio. 
  • Sono andata a Bruxelles con la mia amica, La Scoppiatissima Jo per festeggiare il suo ultimo compleanno con il due davanti e ci è piaciuta pazzamente (ci sono piaciute pazzamente le gaufres col cioccolato, soprattutto).
  • ho cominciato a fare la cosa più impensabile, e cioè alzare il culo dal divano e ANDARE A CORRERE. e sì, posso dirlo ora che ho raggiunto il traguardo dei trenta minuti seguendo il programma di Runner's World (per chi volesse, questo). Su questo punto vorrei spendere giusto due parole, perchè solo a pensarci mi commuovo: innanzitutto vorrei porgere le mie scuse più sentite a tutte le amiche del Club dei Culi Pesanti. Mi rendo conto che il mio è un tradimento coi fiocchi, e a mia discolpa posso solo dire che qua corrono tutti: le mie colleghe corrono, le mie amiche corrono, la Zitella Acida corre come se non ci fosse un domani, Andy dice di correre ma io non ci credo, secondo me ha solo una collaborazione con Nike. Perfino Sarinski si sta preparando per la We Own The Night. Mi sentivo esclusa, ecco. E molliccia, se vogliamo dirla tutta. Comunque. Ora di buona lena tre giorni a settimana punto la sveglia alle sette e, facendo un'incredibile violenza su me stessa, mi scollo di dosso le lenzuola e vado al parco a correre. Zioppera. Chi dice che correre è bello è un fottuto pazzo o un mentitore. Vorrei avere un'istantanea di me al primo allenamento perchè immagino sarebbe estremamente divertente vedere l'espressione del mio faccione paonazzo che si chiede tra sè e sè maperchèdiavololostofacendo?. Ai primi passi di corsa è stato come se il mio corpo si svegliasse di botto, ma tipo quando si cade dal letto. Ho sentito chiaramente i miei muscoli e le mie ossa urlare: "Ma che cazzo sta facendo questa!!!". Le mie ginocchia scricchiolavano. Le caviglie erano di gesso. L'interezza dei miei organi interni è uscita di sede e ha vagato slegata da qualunque vincolo all'interno del mio ventre. I capelli sono esplosi dall'elastico e si sono espansi a raggera intorno alla mia testa. Il respiro... respiro? AHAHAHA. Insomma così. Alla quarta settimana le cose vanno leggermente meglio, ma non c'è comunque proprio una fava di bello nè di divertente a correre. E' faticoso. E' noioso. E fa caldo, di già. Però una cosa bella c'è, ed è che alla fine di ogni allenamento mi stupisco. Mi stupisco perchè piano piano sto raggiungendo obiettivi sempre più impegnativi. Obiettivi che, giuro, mai mai mai mai e poi mai dal mio bozzolo di pigirzia incrostato sul divano avrei mai mai mai mai e poi mai (ho già detto mai?) pensato di raggiungere. Ah, certo, e poi c'è anche il fatto che quando torni a casa ti puoi scofanare quattro brioches alla Nutella per colazione senza avvertire il minimo senso di colpa. Figata.
  • Last but not least: ovviamente ho fatto uno shopping che non potevo permettermi. L'obiettivo era uno skinny jeans a vita molto alta (ho già cambiato idea su quelli a zampa, non li voglio più), tipo questi, che mi stavano così bene che giurerei di aver visto formarsi una crepa nello specchio di Zara. Quando l'abbigliamento ti delude non c'è che una cosa da fare: comprare scarpe. E ne ho comprate infatti, ma non le trovo sull'internet e sono troppo pigra per fare delle foto, perciò ve le faccio vedere la prossima volta. Stay tuned, La Gianni is back!

giovedì 1 maggio 2014

IL MIO ARMADIO E' UNA PORTA D'ACCESSO VERSO UN UNIVERSO PARALLELO

E dall'altra parte ci sono un lampione e un fauno che si vestono con le mie cose.

Come tutti gli anni di questi tempi, il cambio di stagione è stato reloaded and completed. E niente, dopo giornate su giornate di duro lavoro a spostare, impacchettare, buttare e riciclare, apro l'armadio e c'è il nulla cosmico da mettere. Dove sono tutte le cose carine che mi mettevo la primavera scorsa? Chi me le ha rubate sostituendole con cose assurde tipo:
  • top sintetici in stampa maculata. Come quando e perché avrei mai dovuto comprare e indossare qualcosa di simile. Non ho memoria di una sola occasione in cui abbia indossato quel top. Dev'essere roba del fauno.
  • minigonne con balze di una taglia chiaramente due volte inferiore alla mia. E no, non sono esplosa nel giro di un anno, benché non possedendo una bilancia non possa portare prove fotografiche a favore di questa santa (e indiscutibile, guai a voi) verità. Evidentemente l'anno scorso ero così self confident da andare in giro con la cellulite esposta. Forse ero cieca.
  • in compenso, le mie maxi gonne si sono allungate. Giuro. O a me si sono incassate le anche, non ne sono sicura.
  • slippers borchiate a cui sono rimaste appiccicate ormai ben poche borchie, ritrovate agonizzanti nella loro scatola di cartone.
  • t-shirt camouflage. Non posso credere che solo l'anno scorso andasse di moda il camouflage e che io sia stata così debole da cedere. Non lo farò mai più.
  • harem pants e abitini boho, che io non lo so, almeno mi ci avessero portato al Coachella.
  • roba a righe di cui non ho ancora smaltito l'indigestione.
Fortunatamente ho già un sacco di idee su come recuperare i bug prodotti dal fauno nel mio armadio, e tra queste annovero:

Atlantic-Pacific
Le stampe sfigate: mi stanno piacendo un sacco questi maglioncini/felpine/cose che ci riportano al riciclo selvaggio in era scolastica di vestiti smessi dalle sorelle maggiori, possiblimente con la manica un po' cortina e sbiaditi dai molteplici lavaggi. Effetto piccola fiammiferaia garantito. Abbinati alle pumps che non avrei mai il fegato di mettere sono letteralmente fantastici.

Chicmuse
La camicia bianca: sembra la scoperta dell'acqua calda, ma ad oggi io non detengo alcuna camicia bianca, e invece pare che tutti ne abbiano una visto che imperversa dappertutto e su ogni tipo di look. Incredibile come a volte si abbiano armadi che straboccano di stracci inutili e manchino le cose più semplici, tipo una camicia bianca o un cardigan nero. Provvedere subito.

Northern Light
La fringe bag: ho come la strana sensazione che le frange ci stracceranno le palle nei mesi venturi. In attesa dell'invasione delle cowgirls con il prossimo autunno inverno, devo dire che per ora mi piacciono solo sulle borse, tipo questa di Acne, che ha il grosso pregio di non farti sembrare una scappata dalle riserve indiane.

My Free Choice
Gli occhiali a specchio: per la rubrica "How to be tamarri" gioco l'asso della lente specchiata, prossimo imperdibile acquisto alle bancarelle sul lungolago di Arona, durante la gita domenicale con la famiglia.


I volumi ampi: i grandi volumi ci piacciono sempre perché danno sicurezza e fanno sentire magre, ma il rischio baggy sciattona è dietro l'angolo. I maxi bermuda di Vanessa di The Haute Pursuit mi sembrano la soluzione perfetta per evitare l'effetto sottovuoto senza sembrare una rapper.


COTTDS
La giacca di jeans: concludo con il pezzo forte dei miei vorrei ma non posso, ovvero il giubbino di jeans. Ma mica uno qulunque, quello oversize anni 90 che fa subito Beverly Hills. Only the brave proprio.
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