mercoledì 26 novembre 2014

WISHLIST NATALIZIA: CI STO PRENDENDO LA MANO

Ma che problema ha la gente che odia il Natale? Quale traumi infantili ha avuto? Forse vi hanno picchiato con del pandoro, da piccoli, oppure i vostri genitori vi costringevano a mangiare i canditi?

Io a d o r o il Natale. E' un periodo di giuoia immensa nonché di shopping folle, però giustificato dalla generosità di fare munifici regali, arriva la tredicesima, lurex e paillettes sono sdoganati anche di giorno, il rosso e il verde sono tra i miei colori prefe, in tv passano film anni 80 e si mangiano un sacco di biscotti allo zenzero.

In sovrappiù, si ricevono doni. Chi mai potrebbe odiare un periodo così redditizio? Secondo me, gli stessi che odiano i gatti e i telefoni di peluche. Brutte persone.

Quest'anno il mio sarà un Natale particolarmente gaudente perché

  1. ho finalmente preso le distanze dalla nevrosi da shopping pre-natalizio altrui, e quindi finalmente potrò dedicarmi alla nevrosi da shopping pre-natalizio mia e di nessun altro, con tutto il valium che sarà necessario.
  2. Ho già idee per la gran parte dei regali che devo fare, e sì sa che, nel Natale, chi ha l'idea buona a Novembre è già a metà dell'opera.
  3. Sono di buon umore. Cosa non scontata.
Non da ultimo, ho già una wishlist bella carica che mi fa pregustare l'alto godimento di apertura dei pacchetti a trenta giorni da oggi. E insomma, ce l'ha insegnato bene il Campari che l'attesa del piacere è essa stessa il piacere. E meno male che ci siete voi, signori del Campari, a tirar fuori dalla tundra noi caproni, perché senza di voi non avrei mai googlato, e i miei occhi sarebbero rimasti per sempre poveri della vista della leggiadra pettinatura del signor Lessing in persona, che voglio dire, adesso me lo spiego bene da dove gli venissero fuori certe perle. 

Dicevamo, wish list. Sono diventate irrinunciabili, a quanto pare. Madre ha cominciato a chiedermi la wishlist di Natale appena dopo il compleanno, ed era Ottobre. Sono dei drogati. Ecco cosa succede a viziare la gente, non possono più fare senza wishlist, e allora eccola tutta per voi, minuziosamente dettagliata e corredata da simpatiche foto esplicative. Non potete sbagliare. avete trenta giorni a partire da... tre due uno... ora!

PER CHI SE LA SENTE MOLTO:
Cioè, per tutti voi che mi amate e che ora vi sentirete in colpa se non aprite quel vostro portafoglio gonfio per sganciarmi i regali che voglio. So di avere, ben nascosti tra di voi, simpatici amici benefattori, gente il cui reddito annuo doppia il mio e prende i 20 € passando dal via, perciò forza! E' ora di uscire allo scoperto e fare della Gianni una Gianni felice (e ben vestita, che poi sono la stessa cosa).

Il portafoglio nuovo. Il mio risale a cinque, e ripeto cinque anni fa. Direi che posso ritenermi in pieno diritto di desiderare un sostituto, nonostante il mio adorabile portafoglio di Coccinelle color carta da zucchero abbia fatto e continui a fare con onore il suo sporco lavoro, e un po' mi dispiace abbandonarlo sul ciglio dell'autostrada come un cencio vecchio. Ma tant'è, portafoglio mio, la vita va avanti e tu, povera creatura sei al capolinea: considerata la media giornaliera con cui il mio portafoglio si apre e si richiude (e ve lo garantisco, è alta) direi che ti meriti la tua medaglia al valore e poi la pensione. Ma non ti dimenticherò presto, stai sicuro, e infatti il prossimo cucciolo da adottare nella mia borsa sarà a tua immagine e somiglianza: vorrei che fosse in saffiano, come te, perché è l'unico pellame che non si autodistrugge nelle mie mani, e con la clip, come te, ma con l'apertura a soffietto e la tasca centrale per le monete chiusa con la zip (state prendendo appunti, voi là fuori?).
Così, a puro titolo esplicati vi metto questa simpatica immagine pescata dal sito di Prada, ma se proprio siete braccino vi dico che di surrogati più poracci ne potete trovare da Michael Kors (ma non mi piace il logo, quindi sobrio, per favore), da Cromia oppure ripetetevi con un Coccinelle, che mi accontento. I colori che mi piacciono sono il grigio, il blu (non troppo classico però), l'arancio, il verde e il taupe. Non avvicinatevi nemmeno al cassetto dei rossi ed evitate il rosa, per favore, che non ho più tredici anni.

Sottilissimo suggerimento velato a chi non sapesse proprio come impiegare questi 440 € che gli avanzano in tasca.
Prada
La stivalata da russa. L'anno scorso, in uno dei raptus distruttivi che ogni tanto mi prendono al momento del cambio dell'armadio, ho buttato tutti gli stivali che avevo. Tutti. Erano vecchi perdio. Perciò ora mi ritrovo a dover affrontare l'inverno in mocassini ed ankle boots. Aiutate una povera ragazza che presto avrà freddo.
Per qualche tempo, avevo accarezzato l'idea di un paio di stivali cuissardes effetto calza, magari scamosciati, ma non sono abbastanza fashion blogger norvegese per quelli. Perciò sarei quasi per virare saggiamente su un modello più aderente alla mia attuale filosofia di stile, ovvero lo stile zia Peppina, sempre però mantenendo fede alla mia tendenza sovietica che mi fa preferire dettagli zarri e lunghezze over the knee. Eccovi pronti i due suggerimenti del mio cuore:

La versione flat perché qui c'è ggente che lavora e ha bisogno di stare comoda.
Stuart Weitzman, qualcosa intorno ai 500, ma non mi ricrdo perché io non faccio caso a sottigliezze volgari come il prezzo (soprattutto se me lo regalano).


Più peppinesca, ed infatti migliore, la varianzte con tacco 5 cm e guai di più di Kurt Geiger. Senza farvi prendere dall'entusiasmo con le altezze, mi raccomando, che mi viene la sciatica.

Le slipon da americana in gita. Un vecchio amore, ma io non dimentico. Manteco. Ve ne avevo già parlato qui e adesso so che siamo fatte per stare insieme. Mi piacciono rosse e leopardate, ma potreste anche stupimi con il bluette, il 37 mi sta benissimo.
Alle brutte, sappiate che Mauro Leone ne fa di simili in marrone tinta unita.
Kurt Geiger, ora che ti ho trovato non ci lasceremo mai più.

La piastra per capelli afro. Scoprire la GHD per me è stata LA svolta. Costa un patrimonio, ma nessuna piastra potrà mai reggere il confronto. Io feci l'investimento all'età di ventiquattro anni e, me l'avessero detto prima, ste stronze, mi sarei risparmiata anni di rodimento di stomaco. Purtuttavia, anche le cose belle e buone invecchiano. La mia piastra ha l'età del portafoglio, c'è da rinnovarla. Chi si sentisse particolarmente ispirato, mi raccomando che non sbagli modello: quella che voglio è la GHD V Gold Max Styler. Max, capito?, non quelle piastrine sottili da fighette. Se poi siete veramente pro, vi avviso che hanno introdotto da poco delle piastre stroboscopiche che si chiamano Eclypse e hanno un prezzo che veramente mi viene da ridere, le quali pare siano dotate di cose strane tipo "tecnologia tri-zone", "sensori intelligenti" e non so che altro. Un po' mi intimoriscono, ma promettono magie sui capelli difficili, perciò, accomodatevi.

Ve lo ripeto, che sia MAX, se no al massimo mi ci liscio i peli delle braccia.
GHD

PER CHI SE LA SENTE, MA UN PO' DI MENO:
Può essere che non mi amiate abbastanza, ma pazienza, è Natale e si perdona tutto. Potete comunque farmi contenta pescando a scelta tra questi oggetti del desiderio recondito.

L'orologio minimal. Mi hanno aperto il negozio nuovo della Swatch di fianco, e subito ecco che arriva l'epifania: non ho un orologio nero! La sensata obiezione sarebbe: certo, Gianni, forse perché non porti più un orologio da quando sei diventata troppo grande per il Flick Flock. Beh, la vostra sensatezza non mi impedirà di cambiare idea. Siamo esseri in continua evoluzione, e io mi sento pronta per l'orologio. Mi piacciono quelli di Swatch neri e semplici, con la cassa grande (41 cm, così non sbagliate), non quelli da femminuccia con la cassa tondina piccolina. Potete scegliere tra uno di questi due modelli o farvi consigliare, tanto mi piacciono tutti.

 

Swatch, tutti e due. Sbizzarritevi. Basta che sia nero. E grande.

Il costume in neoprene. Perché arrivo sempre con un ritardo comico. L'estate scorsa era il pezzo forte di tutte le mie blogger del cuore, e io all'Argelati col mio sangallo della collezione 2013 by Calzedonia. C'era bisogno di arrivare a dicembre per fare il salto di qualità. Meglio tardi che mai, dicevano, sperando di essere ancora in tempo per l'estate prossima. Intanto, lo voglio. Per andarci alle terme. Li si acquista solo sul sito che prontamente vi linko proprio qui. Per le taglie è facile, small e small, sopra e sotto e andate col liscio. I modelli che mi piacciono più di tutti son questi:

 

Non sbagliate colore, non sbagliate modello, e nessuno si farà male.

Il guanto to be a real rock star. Com'è che non ho mai avuto dei guantini in pelle nera fingerless? E' strano, perché fanno parte di quel genere di cose che dovrei avere, secondo me. Cioè, uno mi incontra per strada, mi guarda e pensa: "Questa sicuro ha un paio di guantini fingerless in pelle nera". E invece no, signori! Vogliamo rimediare o cosa? Allora, non ho fatto approfondite ricerche nei negozi della zona a riguardo, anche perché considerata la temperatura media probabilmente più che muffole e ritrovati artici dubito si stia esponendo altro, ma presto sarà la primavera e allora su, datevi da fare, trovate quello che fa per me sotto i montoni di montone, seguendo ovviamente le rigide istruzioni che vi fornisco in seguito ad una serie di pinnate folli sull'argomento.
                                      

               
Pinterest a secchiate, tutto a caso ma insomma mi piacciono così.








E adesso, visto che sono magnanima, vi dico anche che se siete indigenti, mentalmente pigri o altre brutte malattie a caso, un libro è sempre una buona idea, ma anche una tessera da Sephora non mi verrebbe male.

Buono shopping a tutti!

martedì 18 novembre 2014

REDIVIVA

Amici, mi sembra incredibile che il mondo sia ancora qui al suo posto e che tutto esista ancora.

Pensavo di trovare resti affumicati da catastrofe nucleare, e invece.

Invece il mondo è andato avanti in questi ultimi giorni, incurante delle mie centordici ore spese dietro a quella vetrina oscurata che voleva aprire, incurante delle mie ansie notturne, dei miei pasti saltati, dei tic all'occhio e dei piccoli drammi dei 60 metri quadri di via Montenapoleone 21.

Siamo aperti.

Mentre Milano veniva sommersa dai fiumi del fango del Seveso, D********l è uscito dal baco e sì, ci siamo. Ci siamo.

Anch'io ci sono. Più o meno. Ci sono quasi tutta. Come la sopravvissuta ad un tornado di pelli di pitone, stupita realizzo che ci sono ancora, tutta intera, con due braccia, due gambe, gli occhi, i capelli. Ci sono. Ce l'ho fatta. Ce la sto facendo.

Stamattina sono andata a correre. Ho assaporato la gioia di pulire il mio bagno, fare la mia lavatrice, stirare panni abbandonati inermi da giorni e giorni di pura assenza. Strapazzare il gatto. Scrivere sul blog.

Sono stanca di quella stanchezza che non si recupera, ma sono felice. Roba da pazzi, sono felice.

mercoledì 5 novembre 2014

LADY GAGA, UN POST BALBUZIENTE

Ieri, non so bene come, non so bene perché, mi sono trovata al concerto della fucking Lady Gaga. Lo so che c'è gente che si strappa i capelli e si ammazza per avere il biglietto un anno prima, ma io giuro, ero lì totalmente sprovveduta, oltretutto di fianco ad un perfetto sconosciuto che mi era stato presentato per telefono da un amico quattro giorni prima. 

Intanto me lo potevate dire che era permesso andare vestiti da unicorno, che ne sapevo io, ma vabbè, il succo dell'odierno post è che mi è piaciuto un botto e vorrei perciò lasciarvi qui delle considerazioni sparse, così, a ventaglio.

Premessa. Ho tutta la mia voce. In tutto il concerto avrò cantato quattro secondo netti, per la precisione dicendo:
papapapokerface papapokerface
alealejandro alealeajandro
roma roma ma-ah Gaga ullallalà
papa paparazzi

Stop.

La mia impreparazione però non inficia assolutamente il fatto che:

- Lady Gaga ha una voce bellissima. No, non quando canta, cioè anche. Ma quando parla. E' così dolce! Sono letteralmente innamorata.

- Lady Gaga è la cessa più figa che io abbia mai visto e si veste come Barbie Pornostar, ovvero il sunto dei miei sogni in età infantile e quelli in età adolescenziale. Ergo, voglio essere Lady Gaga. E comunque credo che un vestito come il suo spetterebbe almeno una volta nella vita a tutte noi, con la clausola delle luci stroboscopiche però, se no che ce ne facciamo di tutti quei diamanti.

You are bellissima 
- Per il paio d'ore del concerto ho avuto un delirio di onnipotenza in cui pensavo: se Lady Gaga con quel culo si mette il perizoma di pelle, amiche, il mondo è nostro, possiamo fare quello che vogliamo. Poi per fortuna sono mestamente risalita con le cinquecentordicimila persone sulla metro ad Assago e ho capito che no, non lo possiamo fare. Perché? Perché lei è Lady Gaga signori e io, beh io sono La Gianni.

- Questa è una cosa che mi chiedo sempre ai concerti: perché le peggio fregnacce ai concerti sono così commoventi? Perché se quello che sta sul palco dice "I love to love" oppure "I don't forget who I am, an Italian American girl" io mi struggo e mi spello le mani? Dai, quando si è portata sul palco il ragazzo gay che ha superato le sue crisi esistenziali ascoltandola, io mi sono commossa, e con commossa intendo due, ben due lacrime in uscita dall'occhio destro. E non ero nemmeno coinvolta, e quel Jacob lì aveva proprio la faccia da pirla eppure!

- Ho scoperto che non dice "drin drin drin drin my telephon" ma "ehehehehehe stop telephoning me" ed è stata una vera epifania.

E per il resto... niente. Niente tranne emorragie di colori, un circo di costumi, una vagonata di paillettes, le parrucche del mondo che vorrei, uno show incredibile, e io, che da stamattina sono appiccicata  a YouTube a dirlo a tutti, che me and you can write a bad romance (uooo-oh-oh-oh-oh).

I love you, my Lady.


Related Posts Plugin for WordPress, Blogger...