venerdì 12 dicembre 2014

PROCRASTINARE E' BELLO. La sfera, la biglia e il culone della Gianni.

Facendo parte della specie umana e dell'universo mondo, sento come diritto naturale quello di avere una tendenza spiccata a procrastinare.

L'intero universo vive e sopravvive alle avversità perché segue la linea di minor resistenza, ovvero persegue il proprio fine con il minimo sforzo.

Nel personale Universo Giannico, io voglio essere una sfera (non una palla, simpaticoni, una sfera!). Una bolla di sapone. Perché mai le bolle di sapone sono sferiche e non per esempio trapezioidali? Perché quella è la loro configurazione energetica più stabile. In pratica, la bolla sta a riposo. Minimo sforzo, massima resa. Per lo stesso principio le biglie rotolano, le molle tornano nella loro posizione iniziale e noi procastiniamo. Rimandiamo le cose noiose o complicate o che non ci piacciono per mera inclinazione naturale: perché mai, sotto i cieli, dovremmo far fatica? Appunto.

Io sono una fanatica sostenitrice del non fare oggi quello che potresti rimandare a domani, così intanto oggi ti puoi riposare. Mi sento pienamente giustificata in questo dalla natura umana ma, a quanto pare, la mia teoria trova scarsi riscontri nel web. Se provate a digitare "procrastinare" su Google, è un tripudio di pagine che vi insegnano come smettere. Ma perché? Sembra che procrastinare sia il male. Ti danno non solo del pigro e dell'ignavo, ma addirittura dell'infantile o del debole. Dall'altezza morale del mio divano, io vi sbriciolo i miei Pandistelle in testa, schiavi del sistema che non siete altro.

La mia teoria è semplice: se cerchi di fare tutto e subito e bene, non guadagni tempo ma lo perdi. Questo per il semplice fatto che il tempo risparmiato verrà riempito immediatamente da altri compiti. Non è tempo libero, è tempo in attesa di essere occupato. Se finisci un lavoro prima del termine di consegna, il tuo capo te ne affiderà subito un altro. Se stiri oggi una lavatrice, domani ne avrai un'altra. E poi c'è la legge di Parkinson: "Il lavoro si espande fino ad occupare tutto il tempo disponibile; più è il tempo e più il lavoro sembra importante e impegnativo". Tradotto, più tempo hai, più tempo impiegherai in lavoro. Se hai poco tempo per fare un lavoro, sei più efficiente e il risultato è uguale. Forse migliore. Io ho imparato questa santa verità ai bei tempi dell'università: se avevi una settimana per preparare un esame, ti ammazzavi notte e giorno e andava bene. Se avevi un mese, ti ammazzavi lo stesso notte e giorno perché non ti sentivi mai abbastanza preparato. E poi ok, andava bene, ma le tue tre settimane di scarto chi te le ripaga?

Perciò un sonoro STICAZZI a tutti voi. La differenza è tutta qui: se eviti di procrastinare e ti occupi di tutto subito, non avrai mai tempo per te; se invece procrastini, hai tempo per dormire sul divano, farti la camomilla, giocare col gatto, guardare Grey's Anatomy per la centocinquantesima volta. Poi a un certo punto rinsavisci d'un tratto e ti rendi conto che la bolletta sta per scadere, che hai il lavandino che rigurgita piatti sporchi, che devi prenotare la tal cosa e inviare la tal mail e fare la tal telefonata al tizio tale. A quel punto non hai più tempo, o muovi il culo o ciao. Quindi fai. Evviva! Sì, ok, magari ti ammazzi. Magari fai uno giorno no stop appiccicato al computer, oppure una domenica di pulizie di primavera, ma chissenefrega. Intanto, sei bello fresco e riposato. Anzi, magari sei anche un po' annoiato e fare il cambio dell'armadio ti dà più soddisfazione. E poi vuoi mettere il senso di onnipotenza quando esci vittorioso da una pigna di panni che ostruiva il passaggio in camera da letto piuttosto che stirare due magliettine scarne al giorno ogni giorno? In quei momenti io ho delle scariche di adrenalina che mi affaccerei dalla finestra brandendo il ferro e, come Scar sulla rupe, annuncerei alla via che questa è l'alba di una nuova era, nella quale leoni e iene lavoreranno insieme per costruire un glorioso futuro!

Poi mi sento in diritto a tornare a non fare un cazzo, perché ho lavorato tanto quindi perdio! ho il diritto di riposare! C'è da andare a ritirare le analisi del gatto? Fare la spesa? Riordinare il bagno? Eh no, oggi no, oggi ho fatto già tanto! Quello lo farò domani. Domani, quando il veterinario manderà la guardia forestale a vedere se mi sono smarrita nei tombini, il frigo sarà vuoto e in bagno si potrà fare la lotta nel fango.

D'altronde, lo sappiamo perfettamente tutte (e chi non lo sa, sciagura a voi!) che domani è un altro giorno. Lo diceva una che è diventata icona di stile indossando un vestito fatto con le tende di broccato della mamma. Se non vogliamo dare credibilità a lei, allora a nessuno.





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