giovedì 28 maggio 2015

COME BLOGGER FACCIO SCHIFO

Ma veramente son passate due settimane dall'ultima volta che ho scritto? Incredibile come passa il tempo quando ci si diverte...

Peccato che io non sia sfuggente perché presa in folli divertimenti, ma piuttosto presa in folli rotture di coglioni, va beh. La verità è che avrei pure potuto scrivere qualcosa, ma non mi è proprio venuto di pensarci. D'altronde, che vi devo dire? Del cambio di stagione abbiamo già parlato, che non ci sono più le mezze stagioni lo abbiamo detto, i trend di stagione li possiamo giusto commentare dalla lunga distanza perché, strano ma vero, anche questo mese siamo presi con le bombe. Non è mica sempre facile trovare minchiate di cui scrivere. Neanche cose serie.

Ma oggi sono a casa e sono molto felice perché delle cose stanno succedendo, c'è il sole e vivo in un bel posto, ma soprattutto delle cose stanno succedendo, e anche se non ne parleremo - non qui, non ora - tutto ciò mi fa venire voglia di scrivere, prima di mollare il letto e andare a prendermi un gelato da Artico, ignorando graziosamente le ottantadue tonnellate di magliette da stirare. 

Sono in fissa col gelato. No, veramente sono in fissa col mangiare, sarà la primavera? Ho fame sempre, anche quando ho appena finito di mangiare. Per evitare di esagerare e mantenere un regime alimentare corretto ieri ho comprato tre chili di caramelle gommose e no, non è un'esagerazione, stavolta mi dovete prendere alla lettera, sono un chilo di banane, un chilo di liquirizie ripiene, un chilo di marshmallow e degli ovetti di cioccolato per il Pelliccia. Nei barattoli in cucina stanno che sono una bomba, peccato che durino poco. 


Il Pappagallo fa la guardia ma non mi può fermare.

Il Pelliccia ha comprato degli yogurt con dei gusti fighissimi, tipo Pere&Camomilla, Mela Verde, Miele&Melissa.

Oggi sono andata al parco a correre in pantaloncini e ho rischiato di accecare le genti, ma come si fa a prendere il sole a Milano prima della chiusura delle scuole e la conseguente apertura dell'Argelati? Una volta andavo in bici sulla Martesana, ma poi una volta è successo che un tipo brasiliano con la chitarra mi ha tirato una pezza lunga tutto un pomeriggio e io volevo solo leggere perciò adesso non ci vado più. Il tipo era brasiliano e aveva una chitarra ma era molto basso e cicciottello, n.d.r.
Nel weekend la gente si mette in costume tipo al Parco Sempione, o ai Giardini, io al massimo pantaloni con l'elastico che tiro su fino al ginocchio. No, in costume in Sempione non ce la faccio, giuro. Ci sono troppe ragazzine, e a me fanno paura le ragazzine, più degli uomini o delle coetanee o delle vecchie. Le ragazzine ti giudicano e sono stronze, me lo ricordo bene io, quindici anni fa.

Comunque, di sti giorni davanti al Castello c'è una roba chiamata Gelato Festival, se mi volete male allora ditelo. Niente, io ci vado, perché fanno un gusto speciale che si chiama Nutella IceCream. Lapalissiano, mi pare.

Insomma, non avevo niente da dirvi e mi sembra palese, ma intanto ci siamo salutati, e poi si è fatta quasi ora di vedere Amici, perciò ciao ragazzi, prometto qualcosa di più interessante nelle prossime sere, anche se per il momento di più interessante del Nutella IceCream non mi viene in mente proprio nulla.

martedì 12 maggio 2015

QUALCUNO DA ODIARE PER MANTENERSI SANI DI MENTE

Per quanto io lo dica sempre e sempre lo ribadisca che il mondo sarebbe un posto migliore se tutti guardassimo con positività alla vita, e fossimo gentili gli uni con gli altri in un calderone di sentimenti rosei e volemosebbene, nulla toglie che esistano certe categorie di persone destinate a darmi sui nervi per sempre.

Eccovi una breve lista per nulla esaustiva ma esplicativa quanto basta di quelle categorie di persone che alla Gianni proprio no.

- quelle che si comprano i sandali due numeri più grandi e poi hanno le dita che escono dal davanti. Ci siamo capiti. I piedi, si sa, sono già di per sé una brutta cosa, se son lì rincagniti e penzolanti l'orrore è puro. E poi, mi direte davvero che ci state comode, spazzando i marciapiedi con quelle ballonzolanti estremità ungulate? E chissenefrega, è pacifico che bruttura batte scomodità mille a zero, pertanto non avete scusanti di sorta.

- quelli che ti correggono i refusi. Orali e scritti. Avete frequentato la terza elementare, bravi, ora se possiamo andare avanti con la conversazione, grazie.

- quelli che non hanno la tv e se ce l'hanno non guardano la tv spazzatura. Che poi sono gli stessi che leggono solo saggi d'attualità, vanno a teatro e hanno un'opinione su tutto. Quelli che quando li inviti a casa, scorrono tutti i titoli della tua libreria per scovare un titolo di Fabio Volo. E che vadano in pace, se non che te lo devono dire a tutti i costi. E allora che palle. Di sentirmi la tua filippica intellettualoide sul trash sterile da Italietta francamente, me ne sbatto le balle. Sei intellettualmente più attivo e più impegnato di me? Bravo, vai a giocare con i tuoi amici snobbetti del cazzo coi risvoltini e lasciami in pace, che io devo guardare Amici, ciao.

- quelli che non hanno tempo. Perché hanno un lavoro (ma dai?), un famiglia (ma dai?) e così tanti impegni che guarda, tu non puoi capire. Tu non puoi capire mai, neanche se lavori il doppio, fai sport, hai cinque figli minorenni e sei iscritto al club del tombolo domenicale. Non puoi capire mai e anzi, beata te che hai tempo di star dietro al tombolo, non sai quanto ti invidio guarda. Eh.

Non è esaustiva, ho detto, ma vorrei conservare una dose di odio per i tempi venturi, che si prospettano grami. 

mercoledì 6 maggio 2015

LE COSE CHE SI DICONO

Di questi tempi, è saltato fuori che al Pellccia danno fastidio i rumori che faccio mentre mangio.

Oh beh, premettiamo subito che io non faccio rumore mentre mangio, mastico educatamente con la bocca chiusa come mi ha insegnato mammà tanti anni addietro, perciò se vi state immaginando scene alla Smeagol col pesce, ecco, anche no. 

Si tratta piuttosto del fatto che, secondo lui, io picchierei la forchetta sui denti, quando ingollo del cibo. Cioè, gli dà fastidio il cling che fa la forchetta quando incontra i miei denti. Tutto ciò, dopo ben quattro anni di convivenza e innumerevoli pasti condivisi. Lui dice - no vabbè - che probabilmente lo sta notando di più perché nella nuova casa c'è più eco. Beh, meno male Pelliccia, pensa che per una frazione di secondo avevo temuto non mi amassi più. Che ti fossi reso conto all'improvviso di stare con un essere abominevole che fa rumore mentre mangia. O che avessi un'amante che si nutre solo con la cannuccia. E invece no, il problema è che l'Ala Ovest del castello è effettivamente così grande, con questi soffitti istoriati così alti, queste sale da ricevimento chilometriche, e ripensandoci forse sì, la sala da pranzo risulta un pochino vuota senza gli arazzi alle pareti e sì, ci dev'essere sicuramente e indiscutibilmente un problema di eco.

E' tanto tenero il mio Pelliccia.

Io e il Pelliccia stiamo insieme da cinque anni e mezzo e dire che dio mio, sembra l'altro ieri che siamo usciti la prima volta, e lui si ricorda ancora com'ero vestita quella sera, e gli piacevano le scarpe e io penso che forse invece è arrivato il momento di dimenticarsele, quelle scarpe, che erano delle zeppe rubate a Madre da far piangere sangue dagli occhi, ma comunque è tenero che se lo ricordi no?

Sono passati cinque anni e mezzo e io non metto i tacchi praticamente mai. Dopo cinque anni e mezzo, faccio tutto quello che cinque anni e mezzo fa avrei giurato di non fare mai: giro per casa col tutone sporco di cioccolato, mi addormento alle nove la sera, posso rimanere intere settimane senza farmi la ceretta.

E lo faccio con menefreghismo, torno a casa nervosa, torno a casa stanca, sarà la primavera, saranno gli ormoni, mi metto gli occhiali, mi metto il pigiama, mi mangio le unghie, non ho voglia di struccarmi ma lo faccio, poi parlo per quaranta minuti del Trono di Spade che l'ho capito non te ne frega un cazzo ma per me è importante, esco con le mie amiche, esco con le colleghe, esco con i compagni di russo ma stasera ho troppo sonno, sono troppo stanca, non ho voglia di parlare, ho un grossissimo problema di capelli secchi e fragili.

Poi succede che picchio la forchetta sui denti e mi viene in mente all'improvviso che potresti non amarmi più. Non oggi. Ma un giorno. Per la forchetta, il pigiama, le mie paranoie e le mie unghie. Sono così maledettamente imperfetta che non posso essere perfetta per te, tanto per dire.
E quella dell'amante con la cannuccia, scusate, ma l'ho pensata davvero per il semplice fatto che ho una coda di paglia lunga due chilometri.

Lo prendo in giro, per la storia dell'eco, anche se lo so che vuol dire ti amo.
Mi chiama alle due, per sapere se ho mangiato e se non ho mangiato, mi sgrida.
A volte, mi abbraccia da dietro e mi bacia sul collo.

Mi ama. E dire che col Trono di Spade ho veramente rotto i coglioni.

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